Too Old To Die Young
Febbraio 1, 2020 2024-08-14 8:46Too Old To Die Young
Too Old To Die Young
La profondità della superficie
a cura di Luca Ricci
tempo di lettura 2 minuti
Creata da: Ed Bubaker e Nicolas Winding Refn
Regista: Nicolas Winding Refn
Produzione: USA
Anno: 2019
Una serie diretta da Refn. Praticamente 10 film di Refn (ogni puntata dura circa un’ora e un quarto). Per gli amanti, una cornucopia di piacere. Un piacere che deriva dall’indifferenza del regista verso lo spettatore, vittima consenziente di colori forti, artificiali, sintetici; di silenzi e pause pesanti, surreali; di una o più trame narrativamente inconsistenti.
Perché in Too Old To Die Young la trama non è essenziale. Sono essenziali i personaggi. È essenziale creare l’atmosfera, il clima in cui la mente dei personaggi può essere intuita. Sono personaggi incompiuti, involucri di un mondo interno sempre sfumato, complesso. Sono personaggi violenti in un luogo violento, ma sono violenti anche nei vissuti, profondi e intricati. Refn cerca di “dire” ciò che non può essere detto, ossia mette a confronto lo spettatore con personaggi che potrebbero essere una persona qualsiasi, fondandosi su quella separazione ontologica e epistemologica tra noi e l’Altro. Più sappiamo del personaggio, più ci sfugge. Eppure, il regista ci confronta con il loro mondo interno in modo crudo, mostrandoci angosce, perversioni, trasformazioni, relazioni oggettuali, coazioni a ripetere. Ma ancora qualcosa sfugge.
Too Old To Die Young è un intreccio di storie di vendetta, tutte ben motivate e, per questo, disorientante. Non c’è modo di prendere una parte, di identificarsi. Lo spettatore è tutti i protagonisti e nessuno. Non ci si identifica mai pienamente perché ogni personaggio è allo stesso tempo conosciuto e ignoto, affronta la vita con la stessa ambivalenza di tutti e percorre il suo cammino. Eppure ci identifichiamo con l’atmosfera sfumata e confusa che richiama il processo primario. Nei silenzi dei personaggi, nelle pause dei dialoghi, nelle luci al neon, nei deserti e nella musica dei sintetizzatori, sembra di sentirsi allentare i nessi associativi, di passeggiare in affetti diffusi e in fantasie che combinano oggetti arcaici e presenti. La città violenta dei personaggi sembra essere essa stessa una rappresentazione della loro mente.
Lo snodo narrativo, dove i personaggi si incontrano, è l’omicidio di una donna. Omicidio che non viene mai mostrato, solo citato. Da lì conosciamo i protagonisti e le persone che li circondano. Martin, un poliziotto corrotto e psicopatico, che sembra alla ricerca di un modo per connettersi emotivamente al mondo. Jesus, il figlio della donna uccisa, che cerca di strutturare un’identità ossessionato dal fantasma edipico della madre e cade vittima delle perversioni di queste fantasie. Yaritza, una donna bellissima e ammaliante che asseconda Jesus divenendo feticcio dell’ossessione materna e che coltiva una rivalsa per un passato che intuiamo traumatico, ma che viene anch’esso passato sotto silenzio. Diana, una sensitiva impegnata in una battaglia morale per le vittime che trova nel malato Viggo il suo braccio armato, in una relazione di dipendenza.
Refn compone una narrazione che si incontra con l’onirico non nel senso tradizionale del surrealismo, colmo di simboli, bensì nel senso dell’impianto estetico e “fluido”. È onirica perché attraverso gli occhi dei personaggi si avverte che c’è una scena nella quale ci si trova, dalla quale non si può uscire e della quale si accettano gli elementi aberranti. Il sensoriale, l’estesico (ma anche l’estetico) è il registro principale. È onirica perché i dettagli prendono il posto delle cose essenziali, spostando l’accento e ammiccando a qualcosa di opaco che in quei dettagli si nasconde. È una narrazione che condensa in ogni personaggio una molteplicità di aspetti, rendendoli sovradeterminati.
Too Old To Die Young è una serie da non consigliare, ardua da guardare e difficile da recensire. È una serie che non va incontro allo spettatore, che lo lascia con un senso di estraniamento, da solo, in silenzio. Ecco perché è una seria che va consigliata.
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