Diventare padre
Giugno 13, 2024 2024-08-29 14:18Diventare padre
Prefazione, Essere e fare il padre, di Fiorella Monti
Introduzione, di Laura Mori
1. “Un nuovo campo di vulnerabilità”, di Mariarosa Ceragioli, Arianna Luperini, Gabriella Smorto
2. Il progetto di John, di Elisabetta Fattirolli
3. Padri e figli, di Maria Rosa Ceragioli, Laura Mori
4. La paternità interiore, di Luigia Cresti, Isabella Lapi, Laura Mori
5. Papà in attesa, di Marco V. Cenerini, Danilo Messina
6. Nuova famiglia, primi legami, di Luigia Cresti, Alfredina Fiori, Isabella Lapi
7. Paternità sospese, di Carla Italiano
8. Mancanze, perdite, riparazioni, di Alfredina Fiori, Elisabetta Fattirolli, Isabella Lapi, Laura Mori, Cristina Pratesi
9. Storie di paternità difficili, di Elisabetta Fattirolli, Isabella Lapi, Linda Root Fortini
Appendice – La raffigurazione del padre nei libri per l’infanzia, di Chiara Casavecchia
Postfazione – “Mio figlio dov’è?”, di Giuseppe Nicoletti
Laura Mori
Introduzione
Perché un nuovo libro sui padri?
In questi anni stiamo assistendo al manifestarsi di spinte aggregative di padri in attesa o già tali (blog, libri, film, gruppi di preparazione alla nascita a loro dedicati). Pensiamo che si tratti di movimenti alla ricerca di una diversa posizione paterna e di nuovi desideri di paternità originati da una maggior articolazione interiore dei propri vissuti, a fronte al ripetersi di richiami all’assenza dei padri, alla loro crisi o alla loro “evanescenza” fino talvolta a sovrapporre o confondere le loro funzioni con quelle materne.
Divenire padre è uno stato che, a differenza della maternità, non è dato nella nostra specie come un innegabile atto visibile e, in natura, imprescindibile dal nutrimento che garantisce la crescita del neonato. Per la specie umana la paternità è una acquisizione.
Dal punto di vista della procreazione l’uomo feconda la donna attraverso una esperienza di piacere ma può successivamente rimanere del tutto inconsapevole di aver dato vita a un futuro bambino. Diventare padre richiede quindi una volontà di assumere questa condizione ed è questo tratto peculiare che crea un elemento comune tra i diversi percorsi attraverso cui un uomo può diventare padre, che sia quello biologico, che si tratti della paternità legata alla adozione, alla fecondazione eterologa o alla paternità in una coppia omosessuale.
Queste diverse condizioni, così come ad esempio divenire padre di una figlia piuttosto che di un figlio, essere padre per la prima volta ed essere padre di altri figli, essere padre in giovane età oppure in età più matura o altro ancora, sono variabili importanti che in questo testo abbiamo però scelto di non analizzare per porre il fuoco e interrogarci sulla dimensione psicologica della paternità nei suoi aspetti fondanti che precedono tutta la necessaria e ricca articolazione di questa esperienza in ogni uomo che diviene padre.
Molto è stato scritto sull’avere un padre, meno sul diventare e sull’essere padre. Mentre sulle funzioni paterne e sul ruolo paterno è disponibile molta letteratura, forse meno spazio è stato dedicato ai processi psichici interiori che portano alla costruzione della paternità e la connotano.
Il libro è frutto del lavoro di un gruppo di medici e psicologi, psicoanalisti e psicoterapeuti che si sono riuniti una volta al mese per un periodo di circa quattro anni per discutere sulla costruzione della identità paterna alla luce del loro lavoro clinico e di ricerca attraverso l’osservazione dei padri e la riflessione su testi letterari, rappresentazioni artistiche, film e documentari. I componenti del gruppo e co-autori di questo libro sono, in ordine alfabetico: Chiara Casavecchia, Marco Cenerini, Maria Rosa Ceragioli, Luigia Cresti, Elisabetta Fattirolli, Alfredina Fiori, Linda Root Fortini, Carla Italiano, Isabella Lapi, Arianna Luperini, Danilo Messina, Laura Mori, Cristina Pratesi, Gabriella Smorto. Agli incontri ha partecipato con attenzione e con una funzione “paterna” lo psicoanalista Franco Mori alla cui memoria è dedicato questo libro.
La prevalenza femminile del gruppo ha fatto sì che abbiamo dovuto anche noi in un certo senso rivolgerci alla dimensione paterna con una sorta di sguardo laterale. Tutto questo ha attivato una profonda riflessione sul significato del paterno e sulle sue diverse coniugazioni, favorendo la messa a fuoco della specificità della Paternità Interiore.
Nel nostro lavoro abbiamo incontrato coppie e genitori in difficoltà tra loro oppure con i figli, e abbiamo seguito percorsi psicoterapeutici con padri. Accanto a questo abbiamo utilizzato le esperienze ricavate dall’applicazione della metodologia dell’Infant Observation e quelle dai Corsi di preparazione alla nascita con coppie o soltanto con padri. I nostri riferimenti teorici si appoggiano alla teoria psicoanalitica in cui ci siamo formati, nella linea che va da Freud a Melanie Klein a Wilfred Bion e Donald Winnicott e successori (quali Donald Meltzer, Francisco Palacio- Espasa, Dina Vallino). Importanti sono poi stati i contributi di autori particolarmente attenti alla perinatalità e alla figura paterna (Jeanne Magagna, Monique Bydlowski, Simona Argentieri, Massimo Recalcati, Luigi Zoja, Louise Emanuel, solo per citarne alcuni).
Oltre al nostro campo specifico di studio e osservazione, la letteratura e l’arte ci hanno animato aprendo la mente a nuovi pensieri e emozioni. Convinti della verità delle intuizioni freudiane sul fatto che gli artisti sono “alleati preziosi” nella “descrizione della vita interiore dell’uomo”, anche noi abbiamo usato quella tradizione psicoanalitica che interroga la letteratura, la pittura, il cinema per illustrare fatti psichici che si presentano nell’osservazione clinica e nell’esperienza psicoterapeutica. Le voci degli scrittori che abbiamo scelto dalle letture discusse nel gruppo, delineano, attraverso i loro personaggi, alcune tappe e alcuni percorsi paterni con straordinaria assonanza con le nostre osservazioni cliniche tanto che abbiamo scelto di “mescolarle” alle nostre voci. Abbiamo utilizzato la narrativa sia come singoli brani illuminanti uno stato d’animo particolare sia come storie, esplicative di un certo percorso psicologico. I romanzi possono dire verità profonde sulla condizione umana. Come scrive il critico letterario James Wood la letteratura, selezionando i dettagli, ci insegna ad osservare e a notare: “La letteratura si differenzia dalla vita in questo: che la vita è piena di dettagli in modo amorfo, e raramente ci guida verso di essi, mentre la letteratura ci insegna a notare […] ci rende migliori osservatori della vita […]”. I personaggi e le storie ci hanno aiutato e orientato nel trovare aspetti fondamentali e permanenti dell’esperienza della paternità nel ripensare alla nostra attività clinica, diventando iconici ed emblematici della complessità dei processi che portano al diventare e sentirsi padre.
Il materiale su cui abbiamo lavorato è dunque eterogeneo: romanzi letti, consultazioni psicologiche, trattamenti psicoterapeutici, incontri con i genitori, gruppi con padri in attesa, osservazioni in famiglia e nel contesto ospedaliero. Questa varietà di esperienze si riflette nella diversità di scrittura e di linguaggio nonché nella struttura del libro che comprende capitoli basati sulla rilettura psicologica della produzione letteraria (come, ad esempio, il capitolo secondo) e capitoli elaborati a partire da esperienze di lavoro dei vari autori talvolta originate dall’emergere di un disagio o di una sofferenza (come, ad esempio, il capitolo nono). I vari capitoli sono stati scritti a volte a più mani, a volte soltanto da chi ha fatto quella particolare esperienza o ricerca ma sempre rispecchiando le discussioni fatte nel gruppo.
Pensando alla necessità di prestare un’attenzione crescente ai padri, il libro si rivolge a un ampio pubblico (operatori nel campo dei servizi per le famiglie, dei consultori, dei servizi di igiene mentale, insegnanti ed educatori, allievi delle scuole di psicoterapia, studenti di corsi universitari, genitori), a tutti coloro che hanno a che fare con la perinatalità, l’infanzia e le relazioni familiari; per questo motivo abbiamo cercato di trovare un linguaggio in grado di rispecchiare quanto emerso dal lavoro del gruppo che fosse al tempo stesso comprensibile ed evocativo della complessità delle tematiche psicologiche trattate; per questo motivo abbiamo anche scelto di limitare al minimo le citazioni teoriche.
Abbiamo definito Paternità Interiore quell’esperienza psichica costituita dall’insieme delle dinamiche psicologiche e delle fantasie che si attivano nell’uomo fin da prima della nascita di un figlio o una figlia e che possono avere influenza sul rapporto con il figlio reale e sul cambiamento dello statuto identitario del futuro padre. Si tratta di sentimenti basilari che riguardano l’essere padre, slegati dalla funzione e dal ruolo paterni e che riguardano l’identità personale.
Nelle parole con cui lo scrittore Vladimir Nabokov nella sua autobiografia romanzata Parla, ricordo descrive retrospettivamente le proprie sensazioni e i propri pensieri di neo-padre troviamo condensati in una immagine precisa e poetica la complessità e l’entità di questi processi:
[…] un mattino di maggio del 1934 […] stavo tornando a casa, alle cinque del mattino, dal reparto di maternità dell’ospedale nei pressi della Bayerischer Platz dove ti avevo accompagnato un paio d’ore prima. […] Gruppetti di passeri sinistroidi tenevano chiassosi raduni mattutini fra i tigli e i lillà. Un’alba limpida aveva completamente sguainato un bordo della strada deserta. Sull’altro lato le case erano ancora livide di freddo e ombre di varia lunghezza rientravano gradualmente su se stesso e in quel modo prosaico che è tipico del giorno appena iniziato quando subentra alla notte in una città ben tenuta, ben innaffiata, dove l’odore penetrante dell’asfalto si insinua sotto la fragranza che emana dalla linfa degli alberi; a me, però, l’aspetto visivo della faccenda pareva del tutto nuovo, come una maniera insolita di apparecchiare la tavola, poiché non avevo mai visto prima quella strada all’alba, pur essendoci passato spesso, ancora senza prole, al tramonto. Nella limpidezza e nel vuoto di quell’ora meno familiare, le ombre si trovavano sul lato sbagliato della strada, con un effetto di inversione non privo di eleganza, […]
Il cambiamento dello stato del suo Sé che si è messo in moto in lui con la nascita del figlio, viene narrato con grande vivezza attraverso l’intensa percezione sensoriale e soprattutto visiva della novità dell’ambiente intorno a lui (è l’alba invece del tramonto, le ombre sono sull’altro lato della strada), così diverso da quando era ancora “senza prole”. La nuova percezione della strada che sta percorrendo è accompagnata da evidenti vissuti ambivalenti (i passeri sono chiassosi e sinistroidi, l’alba è limpida ma anche livida, l’odore penetrante dell’asfalto si insinua sotto la fragranza dei tigli, la posizione sbagliata delle ombre non è priva di eleganza…).
Accettata la responsabilità della paternità, l’uomo si trova di fronte alla scelta di inserirsi nella dimensione verticale, generazionale, della famiglia, privilegiandola rispetto a quella orizzontale in quanto figlio o fratello. Non più soltanto figlio, ma anche padre. Si tratta di un processo complesso, che apre nuovi punti di osservazione di se stesso e del mondo, nel quale la gioia e l’entusiasmo si accompagnano a sentimenti di perdita e smarrimento.
Riprendendo una felice espressione di Lev Tolstoj a proposito della paternità del personaggio quasi autobiografico di Levin nel romanzo Anna Karenina, abbiamo chiamato nuovo campo di vulnerabilità quello stato psicologico che il padre sperimenta nel momento in cui accoglie il suo ruolo. Si tratta di un insieme di emozioni e sentimenti che scaturiscono dall’incontro con il figlio. Comporta la capacità di mettersi nei panni del piccolo, coglierne la vulnerabilità e, al contempo, assumersi pienamente la parte di uomo adulto responsabile e protettivo proiettandosi verso il suo futuro. Si fa strada una prospettiva creativa e vitale che bilancia la vulnerabilità del bambino, del padre e del momento.
Oltre alla relazione diretta con il bambino, il padre si trova ad assumere dei compiti specifici rispetto alla coppia madre-bambino. Non si può parlare di costruzione di un’identità paterna prescindendo dal rapporto con la compagna e futura madre. Parafrasando una celebre frase del pediatra e psicoanalista Donald Winnicott, “Non c’è un bambino piccolo senza una madre”, potremmo dire che “Non c’è un padre senza una madre e un bambino”. Il padre si trova ad assumere una posizione specifica rispetto alla diade madre-neonato, presenza protettiva e accudente della diade stessa, pronto a offrire aiuto quando necessario: in analogia con lo sguardo rivolto all’interno caratteristico della donna in attesa abbiamo definito sguardo laterale questo atteggiamento del padre. La possibilità di restare in prossimità della madre mantenendo uno sguardo laterale è determinata e influenzata da ciò che si è sedimentato nel padre a partire dalle sue esperienze e vissuti con le prime figure importanti, con i propri genitori, con le figure femminili e maschili che ha incontrato nel suo percorso di crescita. Il percorso da figlio a padre passa attraverso il collocarsi del figlio nella posizione del proprio padre o di altra figura paterna, in parallelo a quello con la propria madre o altra figura materna. L’identificazione con entrambi genitori è la condizione per cui il padre può stare accanto e sostenere la madre che svolge il suo compito di accudimento; è, questa, un’altra specificità dello stato psichico paterno.
I primi tre capitoli del libro – Un nuovo campo di vulnerabilità, Il progetto di John, Padri e figli – illustrano, attraverso testimonianze letterarie, lo stato psichico della Paternità Interiore, il lavoro psicologico che porta all’acquisizione di questo stato e alcune caratteristiche del legame paterno con i figli. Segue un capitolo con un impianto più teorico, La paternità interiore, che riepiloga e puntualizza i momenti e i percorsi salienti verso il raggiungimento della dimensione psicologica della paternità. I capitoli successivi presentano riflessioni originate dalle esperienze cliniche fatte nel corso del gruppo di studio. Con Papà in attesa viene data voce ai futuri e ai neo-padri attraverso la descrizione e la discussione di esperienze compiute con gruppi di preparazione alla nascita. Il capitolo Nella nuova famiglia, primi legami, basato sull’osservazione partecipe del neonato in famiglia, mostra dal vivo i rimaneggiamenti delle relazioni nella coppia e nel triangolo familiare. Seguono due capitoli, Paternità sospese e Mancanze, perdite e riparazioni, che trattano di situazioni in cui la paternità si è trovata di fronte a sfide e ostacoli più complicati sia di natura esterna e traumatica (come nel tempo “sospeso” in caso di nascita prematura o in quello del dolore per la perdita di un figlio) che di natura più interna e/o legata a vicende psicologiche personali (come quando intervengono difficoltà a procreare o vi sono rapporti familiari complessi), descrivendo gli stati psichici vissuti dai padri in queste situazioni, i processi trasformativi intervenuti e la loro evoluzione. Il nono capitolo, Storie di padri in difficoltà, presenta una serie di percorsi verso la paternità attraverso la narrazione di storie di vita di padri che abbiamo conosciuto nei nostri studi. In Appendice, una panoramica sulla raffigurazione del papà nei libri cartonati per la prima infanzia offre da un punto di vista più sociologico, uno sguardo sull’immagine di figura paterna proposta nel corso degli ultimi anni ai bambini e agli adulti stessi che leggono ai loro figli e figlie, evidenziando alcune differenze intervenute nel tempo e i nuovi orizzonti che si profilano in questo campo.
Il libro vuole offrire una serie di sguardi sulla condizione del diventare e dell’essere padre così come è stata osservata e discussa nel nostro gruppo di studio con la consapevolezza di non aver esaurito la vasta gamma delle esperienze e delle problematiche della paternità ma con l’auspicio di aver fornito ai lettori spunti di riflessione da cui partire per approfondimenti e allargamenti in varie direzioni. Ci poniamo così idealmente a nostra volta come parte di un più vasto gruppo costituito dai lettori che potranno portare avanti la nostra ricerca.
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