La Psicoterapia Psicoanalitica tra identità e cambiamento
Giugno 13, 2024 2024-08-29 14:23La Psicoterapia Psicoanalitica tra identità e cambiamento
Indice
Presentazione, di Rosa Romano Toscani Prefazione, di Manuela Trinci Introduzione, di Luigia Cresti e Isabella Lapi
1. Identità e cambiamento, di Luigia Cresti e Antonio Suman
2. I fattori terapeutici non interpretativi: le funzioni contenitive nella relazione terapeutica, di Luigia Cresti La musicalità della voce nelle consultazioni psicoterapeutiche a distanza, di Isabella Lapi
3. Il corpo nella relazione terapeutica, di Luigia Cresti
- Un corpo che non piace, di Esmeralda di Mauro
- Il corpo nella disabilità, di Isabella Lapi
- La gravidanza della terapeuta, di Giulia Mercuriali
4. Gesti che toccano, azioni che curano, di Isabella Lapi
5. Adattamenti della tecnica nella psicoterapia dei pazienti borderline, di Corrado D’Agostini
6. Pazienti incapaci di sognare, di Alfredina Fiori e Cristina Pratesi
7. Nuovi territori per il paziente. I sogni del terapeuta, di Stefania Pampaloni
- I sogni del terapeuta nella supervisione, di Cristina Pratesi
8. Psicoterapia ed espressione artistica, di Cristina Diana Canzio
9. “Dirigendo le nostre carovane verso il west”. La psicoterapia a distanza, di Cristina Pratesi
10. …. e la porta si chiude. Riconsiderare la seduta, di Antonio Suman Appendice – Prospettive etiche tra autodeterminazione e connessione, di Matteo Galletti
Breve riassunto
La Psicoterapia Psicoanalitica è una forma di terapia efficace per affrontare il disagio psichico e la psicopatologia producendo cambiamenti non solo sintomatici ma anche nell’assetto psichico più profondo.
Questo libro propone un modello clinico-tecnico di psicoterapia che si basa sulla teoria psicoanalitica più rigorosa ma si sviluppa con assiomi e paradigmi specifici, adattandosi in modo flessibile ai cambiamenti della clinica contemporanea. Dopo aver affrontato gli elementi costitutivi della psicoterapia psicoanalitica e della sua formazione e supervisione, il libro passa a trattare tematiche di grande attualità, come le funzioni contenitive dello sguardo e dell’ascolto, il ruolo del corpo del terapeuta, le azioni interpretative, i sogni del terapeuta; l’espressione artistica in psicoterapia, e le terapie a distanza, gli adattamenti della tecnica con i pazienti borderline e con quei pazienti a cui difetta la funzione simbolica, e infine, il tempo dell’elaborazione del dopo seduta.
Ogni argomento viene approfondito con ricchi e aggiornati riferimenti alla letteratura e con illustrazione di materiale clinico: che siano vignette tratte da sedute, sogni o narrazione di processi terapeutici, appare centrale la figura di un terapeuta che si mette in gioco in modo autentico, sempre vicino empaticamente al suo paziente. Ne risulta un testo che sa integrare in modo molto aperto teoria, tecnica e clinica, per offrire sollecitazioni al pensiero e al dibattito, dalla lettura avvincente e arricchito anche dai colti contributi di Rosa Romano Toscani, Manuela Trinci, e del filosofo Matteo Galletti, che getta uno sguardo sui dilemmi etici che caratterizzano la nostra società. Le curatrici e tutti gli autori appartengono all’Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica, realtà scientifica di lunga tradizione, presente in Toscana e in altre aree territoriali italiane con una propria Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica.
estratto da:
Luigia Cresti e Isabella Lapi
Introduzione
[…] Ci troviamo oggi di fronte a mutamenti importanti nella patologia psichica e nella richiesta terapeutica, i quali comportano spesso, sia nell’ambito privato che pubblico, modificazioni di setting e scelte tecniche non usuali, che pongono la necessità di ripensare alla prassi della psicoterapia psicoanalitica e ridefinirla in rapporto al mutato contesto, mantenendo però il suo hu- mus teorico originario e le sue finalità profondamente trasformative. […]
I vari capitoli toccano i temi sui quali si è focalizzata l’attenzione del gruppo: il primo capitolo, Identità e cambiamento) presenta un breve excursus storico dagli anni ’80 a oggi sull’evoluzione dei modelli e della tecnica della psicoterapia psicoanalitica nella sua relazione con la psicoanalisi, seguendo lo svilupparsi del dibattito interno alla AFPP. Ampio spazio, come vedrete, abbiamo voluto dare alle nostre radici, che rappresentano una solida e sicura base di partenza, esemplificativa e per certi aspetti anticipatrice del dibattito che si è sviluppato negli anni intorno all’identità della psicoterapia psicoanalitica. Quando cominciammo, sulla scena italiana si stavano affacciando anche altre società scientifiche di psicoterapia psicoanalitica e il tema dominante era la differenziazione dalla psicoanalisi, dapprima vista negli aspetti concreti del setting (ridotto numero di sedute settimanali, l’uso del vis à vis, la focalizzazione degli obiettivi terapeutici ecc.), poi, man mano, anche nei suoi aspetti tecnici (Brignone et al., 1998). Allora era necessario definirsi, anche per differenza, sentirsi protagonisti e non figli di un Dio minore. Molto tempo è passato, oggi lo scenario sta cambiando e va nella direzione di pensare a un continuum tra psicoanalisi e psicoterapia psicoanalitica, considerato all’interno della più grande famiglia della psicoterapia psicodinamica, e superando quello che ormai da più parti viene chiamato il “narcisismo delle piccole differenze”.
Il lavoro che presentiamo parte, dunque, dalla storia per poi esplorare il nuovo, i cambiamenti di oggi. I cambiamenti forti e disorientanti in questa che Bollas (2018) ha chiamato “l’età dello smarrimento” – dove a essere smarriti sono proprio la profondità del mondo interno e il senso dell’essere soggetti, la capacità di tollerare il dolore psichico ed elaborarlo, espellendolo piuttosto in un agire cieco – portano a nuovi funzionamenti psichici e nuove patologie, come per esempio carenze nella costruzione e nel funzionamento dell’identità e delle capacità simboliche (v. i capitoli Adattamenti della tecnica nella psicoterapia dei pazienti borderline e Pazienti incapaci di sognare). La psicoterapia è un punto importante di osservazione di questo smarrimento che investe tutti: i cambiamenti vengono portati dentro le nostre stanze in modo forte dai pazienti rendendo necessarie nuove letture dei fenomeni clinici e il ricorso a funzioni terapeutiche molto diverse dagli strumenti classici interpretativi. Lo spazio entro cui si deve muovere il terapeuta per identificare e affrontare al meglio la molteplicità dei bisogni dei pazienti è molto vasto e variegato; in esso il terapeuta dovrà muoversi, percorrendo strade diverse, separate o intersecantesi a seconda degli obiettivi da raggiungere, forte della bussola offerta dagli strumenti psicoanalitici. Tra questi, a nostro parere, dovranno essere valorizzati e usati in massima parte quelli che attengono ai fattori terapeutici non interpretativi: la relazione, innanzitutto, fatta di sguardo e ascolto, per offrire contenimento visivo e sonoro (v. I fattori terapeutici non interpretativi: le funzioni contenitive nella relazione terapeutica); il riconoscimento del corpo, sia del paziente che del terapeuta, quale veicolo di importanti significati e messaggi. Le componenti corporee sono, infatti, inevitabilmente presenti nella stanza di terapia, riconoscerle ci consente di dare attenzione ai messaggi non verbali che il paziente ci trasmette, alle sensazioni corporee sperimentate dal terapeuta, quali indicatori di aspetti significativi, non verbalizzabili, che il paziente proietta su di noi; all’interno di questa tematica abbiamo voluto affrontare anche l’argomento interessante e poco esplorato delle implicazioni connesse alla gravidanza della terapeuta. E poi le azioni del terapeuta stesso (Gesti che toccano, azioni che curano), ormai riconosciute nel loro valore comunicativo, a volte alternativo e maggiormente efficace rispetto alla comunicazione verbale; i nuovi territori che si aprono al terapeuta per in- contrare il paziente, quali i propri sogni, che nella nostra prospettiva relazionale preferiamo non chiamare più di controtransfert (v. Nuovi territori per il paziente. I sogni del terapeuta e, ad esempio, il paragrafo I sogni del terapeuta nella supervisione); la valorizzazione dell’espressione artistica dei pazienti che offre loro uno strumento per accedere alla rappresentazione simbolica del mondo interno (v. Psicoterapia ed espressione artistica). […]
Tutti i capitoli, infatti, contengono numerose illustrazioni cliniche tratte dalla psicoterapia di bambini, adolescenti e adulti, che mostrano nel vivo della realtà le tematiche illustrate. Questa scelta è coerente con il principio metodologico che sta alla base della nostra formazione e ricerca, come abbiamo appreso anche dal training dell’Infant Observation: la formulazione di ipotesi, o “congetture immaginative”, di nuove idee e proposte operative può nascere solo dall’attenta osservazione e registrazione dei dati clinici.
Nel libro riferiamo anche alcune esperienze particolari che ci hanno per- messo di non perdere il contatto con i pazienti nei periodi di distanza imposti dalla pandemia Covid-19 e dalle misure di protezione (v. Dirigendo le nostre carovane verso il West”. La Psicoterapia a distanza e La musicalità della voce nelle consultazioni telefoniche, frutto quest’ultimo dell’esperienza delle consultazioni volontarie e gratuite effettuate nel servizio di ascolto attivato dalla AFPP in occasione della pandemia); queste esperienze ci hanno permesso di comprendere meglio alcune funzioni terapeutiche aggiungendo strumenti nuovi al nostro bagaglio degli attrezzi.
Chiude il libro un capitolo (E la porta si chiude) che sollecita la riflessione sui pensieri del terapeuta dopo che si è conclusa la seduta del paziente; in genere poco considerato, in realtà quel tempo dedicato a prendere appunti, riflettere o ad analizzare il proprio controtransfert fa parte del processo terapeutico e aiuta il terapeuta ad acquisire maggiore consapevolezza e risolvere eventuali impasse.
I rapidi mutamenti sociali, culturali e tecnologici del mondo di oggi, che tanto incidono sulla formazione della persona e sulla sua salute mentale, impongono cambiamenti non solo nell’approccio psicoterapeutico ma anche in tutte le discipline che a vario titolo si occupano dell’uomo, tra queste la filosofia morale e l’etica. Per questo accogliamo in appendice il bel contributo di Matteo Galletti, filosofo, il quale, con grande profondità e realismo, analizza il diritto all’autodeterminazione e il bisogno di connessione che caratterizzano oggigiorno i comportamenti e le scelte morali delle persone, spesso in modo confliggente. Per far fronte alla vertigine morale in cui sprofondiamo, a causa dei fenomeni “perturbanti” – per dirla con un termine caro alla psicoanalisi – che stiamo vivendo (ad esempio le nuove strade aperte dalle biotecnologie), Galletti propone un’etica che procede “dal basso”, vicina ai bisogni concreti delle persone, in grado di offrire “generalizzazioni duttili e aperte alle possibilità del cambiamento”.
Condividiamo questo appello alla duttilità e all’apertura al cambiamento. Questo è il messaggio che corre per tutto il nostro libro e che vogliamo trasmettere ai colleghi che ci leggeranno e rifletteranno con noi. L’immagine di psicoterapia che abbiamo in mente è quella di un processo molto aperto che si adatta all’unicità e all’autenticità della relazione che si sviluppa tra il terapeuta e il paziente; essa sarà ogni volta diversa, ogni volta insegnerà qualcosa a entrambi i partner; sarà sempre un viaggio differente tra incertezze e dolore, tra scoperte nuove e fiducia. Per affrontarlo, il terapeuta dovrà disporre del bagaglio ben attrezzato dalla teoria psicoanalitica, che continua a fornire strumenti fondamentali e profondi, da usare in maniera agile e flessibile. […]
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